domenica 30 settembre 2018

I FUNGHI CONTRO LA PLASTICA

Oggi viviamo nell'età della plastica, tonnellate di plastica vengono prodotte ogni giorno. Le plastiche sono comode, economiche e facilmente modellabili, caratteristiche che ne hanno determinato la supremazia nel nostro mondo.


By Qing-Wei Tan, Fang-Luan Gao, Fu-Rong Wang, and Qi-Jian Chen - https://openi.nlm.nih.gov/detailedresult.php?img=PMC4394503_ijms-16-05750-g001&query=ALL&req=4&simResults=PMC2845612_pone.0009858.g002&npos=4115, CC BY 4.0, Link




Purtroppo però il rovescio della medaglia è il problema dello smaltimento delle plastiche, in attesa che le bioplastiche raggiungano prestazioni paragonabili a quelle tradizionali, il mondo si sta riempiendo di plastiche derivate dal petrolio.
Adesso però la ricerca scientifica viene in aiuto dell'ecologia e della natura, in uno studio del Royal Botanic Gardens Kew di Londra si evidenzia come alcuni funghi siano in grado di scindere i legami delle plastiche e deteriorarne le molecole 

Il fungo aspergillus tubingensis è stato scoperto e studiato in una discarica Pakistana e cresce direttamente sulla superficie della plastica.

Il rapporto State of the World’s Fungi 2018 è stato curato da 100 scienziati di 18 paesi diversi che hanno scoperto proprietà di molti funghi tra cui questo aspergillus tubingensis che ha questa eccezionale caratteristica di biodegradare la plastica, questo fungo si aggiunge a batteri e microorganismi che potrebbero aiutarci a smaltire l'enorme mole di rifiuti plastici che inquinano i nostri mari e il nostro pianeta.


Questo lavoro mirava a isolare e caratterizzare i funghi degradanti in poliuretano (PU) di poliestere dal suolo di un sito di smaltimento di rifiuti urbani in generale a Islamabad, in Pakistan.

Un nuovo fungo degradante il PU è stato isolato dal suolo e identificato come Aspergillus tubingensis sulla base della morfologia delle colonie, macro e micro-morfologia, analisi molecolari e filogenetiche. 

La capacità di degradazione del PU del fungo è stata testata in tre modi diversi in presenza di glucosio al 2%: 
(a) su piastra di agar SDA, (b) in MSM liquido e (c) dopo la sepoltura nel terreno. 

I risultati hanno indicato che questo ceppo di A. tubingensis era in grado di degradare l'UP. Utilizzando la microscopia elettronica a scansione (SEM), è stato confermato visivamente che il micelio di A. tubingensis colonizzava il materiale PU, causando degrado superficiale e lesioni.

 La formazione o la rottura di legami chimici durante il processo di biodegradazione di PU è stata confermata mediante spettroscopia Attenuated Total Reflectance Fourier Transform Infrared (ATR-FTIR). 

La biodegradazione del PU è risultata maggiore quando è stato utilizzato il metodo di coltura con placca, seguito dal metodo di coltura liquida e dalla tecnica di seppellimento del terreno. In particolare, dopo due mesi in mezzo liquido, il film PU è stato completamente degradato in pezzi più piccoli. Sulla base di una ricerca bibliografica completa, si può affermare che questo è il primo rapporto che mostra A. tubingensis in grado di degradare l'UP. Questo lavoro fornisce una panoramica del ruolo di A. tubingensis nel risolvere il dilemma degli sprechi di PU attraverso la biodegradazione.

A questo punto però la prima domanda che mi viene in mente è:
questo fungo è veramente una soluzione alla degradazione o è solo un metodo per frantumare la plastica in pezzi più piccoli e quindi peggiora la situazione?