martedì 27 dicembre 2011

MANGIARE CARNE INQUINA L'AMBIENTE

Si parla molto di protezione dell'ambiente e di ecologia, ma cosa possiamo fare noi, quotidianamente per rispettare la natura?

 Il risparmio energetico è una buona pratica che tutti dovrebbero seguire ma anche a tavola possiamo aiutare a proteggere l'ambiente.

Uno dei nemici più grandi per l'ecologia proviene da quello che mangiamo tutti i giorni.
La produzione di carne ha un grande impatto ambientale soprattutto sui cambiamenti climatici che stanno sconvolgendo sempre più la vita di intere popolazioni.

Gli allevamenti intensivi infatti hanno gravi ripercussioni sull'ecosistema globale. L'aspetto più preoccupante è che la metà delle terre fertili viene utilizzato per produrre legumi e foraggio per nutrire gli animali d'allevamento, le foreste vengono abbattute per creare nuovi pascoli e nuovi campi per l'alimentazione animale.

 Lo scopo degli allevamenti intensivi è produrre PIU' carne a costi sempre minori.
Per i nostri nonni, e le generazioni precedenti infatti la carne era un lusso che si potevano permettere solo una volta ogni tanto. Dal secondo dopoguerra in poi invece la carne è diventato un bene di consumo di massa e i costi si sono abbassati notevolmente alimentando ancora di più i consumi, in una paurosa spirale consumistica. Basti pensare che ogni italiano consuma oggi quasi 100 kg di carne all'anno!
Qualcuno ha calcolato che per ogni hamburger importato dall'America vengono abbattuti e trasformati a pascolo circa sei metri quadrati di foresta.
Oltre al consumo del suolo diretto, questi terreni perdono lo strato fertile in breve tempo e diventano soggetti alla desertificazione.

Uno dei problemi maggiori per l'ecologia legato all'allevamento è il consumo di acqua.
Il 70% di tutta l’acqua utilizzata sulla terra viene consumato per gli allevamenti e per la coltivazione dei prodotti destinati agli animali. Per ogni chilo di carne di manzo si consumano addirittura 15 mila litri di acqua, nonostante molte persone nel mondo muoiano di sete.

Altro grosso problema degli allevamenti intensivi sono le deiezioni animali. In passato le piccole aziende agricole utilizzavano il letame per concimare i campi, reintroducendolo nel normale ciclo della natura. Ma le quantità enormi di deiezioni animali negli allevamenti intensivi non permettono più questo impiego.
Inoltre il letame degli allevamenti intensivi contiene elevate quantità di fosforo e azoto. Questi composti sono presenti nei mangimi industriali  gli animali però non li assorbono completamente e se non trattati inquinano più dei pesticidi.

Gli allevamenti producono anche pericolosi gas serra che contribuiscono al surriscaldamento del pianeta. Metano, protossido d'azoto e anidride carbonica sono solo alcuni dei gas che vengono prodotti direttamente o indirettamente dagli allevamenti. Gli allevamenti producono l’80% delle emissioni totali dell’agricoltura, il 18% di tutte le emissioni di gas serra. Produrre un chilo di manzo equivale a produrre gas serra, potenzialmente responsabili del riscaldamento globale, pari a 36,4 kilogrammi di CO2,
che equivale alla CO2 emessa da un’automobilista medio europeo che percorre 250 chilometri.
Oppure potete vederla anche così: produrre 1 kg di carne di manzo equivale a tenere accesa una lampadina da 100w per 20 giorni.

La carne è buona, a molti piace, compreso a chi vi scrive. Ma il ciclo INTENSIVO e industriale della carne come lo conosciamo noi oggi è difficilmente sostenibile.
In particolare perché nella trasformazione dalle proteine vegetali in carne si perdono gigantesche quantità di proteine ed energia che servono a formare parti dell'animale che non vengono consumate dall'uomo (ossa, cartilagini, deiezioni).
Secondo l'economista statunitense Frances Moore Lappé ,  soltanto negli Usa, in un solo anno sono state prodotte 145 milioni di tonnellate di cereali e di soia dalle quali sono stati ricavati solo 21 milioni di tonnellate di carne, latte e uova.
Sono quindi andate perdute 124 milioni di tonnellate di preziosi alimenti vegetali che avrebbero assicurato un pasto completo al giorno a tutti gli abitanti della Terra.
(Fonte: Frances Moore Lappé, “Diet for a small planet”, New York,Ballantine Books, 1982, pp.69-71).

Fortunatamente oggi anche grandi consumatori di carne come gli Americani stanno cambiando lentamente le loro abitudini alimentari, come potete vedere nel nostro articolo "Si scopre che i mangiatori di carne sognano hamburger senza carne?"

E' sicuramente difficile eliminare la carne soprattutto dalla dieta occidentale, ma possiamo sicuramente cercare di consumare carne allevata con criteri non industriali.
Possiamo cercare di ridurre il nostro consumo generale di carne contribuendo al rispetto dell'ambiente.
Dobbiamo ricordarci  che i legumi (di cui l'Italia era una grande produttrice) hanno molte proteine che possono sostituire la carne e la loro coltivazione è molto più sostenibile, anche economicamente.


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