Il biodiesel ha una viscosità simile a quello del gasolio per autotrazione derivato dal petrolio, può quindi essere usato in alternativa a quest'ultimo.
Il biodiesel viene raffinato da olio vegetale quindi RINNOVABILE che può essere ricavato da semi di colza, girasole o altri.
Dal punto di vista ambientale, il biodiesel presenta alcune differenze rispetto al gasolio:
- il biodiesel, rispetto al gasolio, riduce le emissioni nette di ossido di carbonio (CO) del 50% circa e di anidride carbonica del 78,45% perché il carbonio delle sue emissioni è quello che era già presente nell'atmosfera e che la pianta ha fissato durante la sua crescita e non, come nel caso del gasolio, carbonio che era rimasto intrappolato in tempi remoti nella crosta terrestre.
- il biodiesel praticamente non contiene idrocarburi aromatici; le emissioni di idrocarburi aromatici polinucleati (benzopireni) sono ridotti fino ad un massimo del 71%.
- il biodiesel non ha emissioni di diossido di zolfo (SO2), dato che non contiene zolfo.
- il biodiesel riduce l'emissione di polveri sottili fino ad un massimo del 65%.
- il biodiesel produce più emissioni di ossidi di azoto (NOx) del gasolio; inconveniente che può essere contenuto riprogettando i motori diesel e dotando gli scarichi di appositi catalizzatori.
Attualmente i costi di produzione del biodiesel ne rendono talvolta competitivo il prezzo rispetto al gasolio, ma l'attuale produzione mondiale di grassi animali e oli vegetali necessari per produrlo non è sufficiente a rimpiazzare i combustibili fossili, se non in piccola parte. Alcuni gruppi ambientalisti paventano un massiccio aumento dell'uso di pesticidi ed uno sfruttamento incontrollato del suolo per far fronte all'aumentata richiesta di oli vegetali da destinare alla produzione del biodiesel.
In Italia si parla di produzioni medie di biodiesel da colza e girasole pari a 966 litri per ettaro (850 Kg/ha). In USA di 1029 litri per ettaro.
tratto da: wikipedia
Un altro rischio correlato all'utilizzo di biocombustibili è il probabile aumento di prezzo delle materie prime alimentari che avrebbero meno spazio per essere coltivate. Per questo si stanno cercando di trovare alternative con alghe o altri prodotti rinnovabili che non entrino però in concorrenza con i prodotti destinati all'alimentazione umana.
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